LA ‘FIESTE DAI NEMORAZ DAL PURCIT’ O ‘FESTA DEGLI INNAMORATI’ DEL MAIALE E’ GIUNTA ALLA 45. EDIZIONE

  13 Febbraio, 2013

Compie 45 anni la ‘Fieste dai nemoraz dal purcit’, Festa degli innamorati del maiale, ideata in occasione della ricorrenza d San Valentino per coniugare la passione per la convivialità con la ricorrenza delle coppie, senza trascurare la ghiotta attrattiva delle carni suine. A idearla e svilupparla negli anni è stato Aligi Grop, al suo ristorante La Tavernetta, chiamata appunto Da Aligi, a Porpetto (UD). Assieme alla moglie Emma. Oggi sono il figlio Ezio,

in cucina, assieme alla figlia Clia, con l’aiuto della figlia Meri, in sala, a rinnovare di anno in anno l’evento, che gode sempre della supervisione di Aligi. Negli anni, la festa ha accresciuto la propria caratura. E dalla formula della ‘grand buffe’, la grande abbuffata dei prodotti della norcineria, si è passati alla degustazione di quanto di meglio le carni del maiale possono offrire al palato. Il tutto ingentilito con una formula di cucina moderna, e al passo con le attese salutistiche dei gourmet e dei semplici degustatori. La ‘Fieste’ quest’anno si articola dal 2 febbraio al 3 marzo. Ed è stata presentata all’Associazione regionale della Stampa Agricola, Agroalimentare, dell’Ambiente e Territorio (ARGA FVG). Nonostante l’ottimizzazione, il menù rimane sempre molto ricco. Tanto che tutt’oggi gli organizzatori, il ristorante La Tavernetta Da Aligi, mettono in palio, per colui che sarà in grado di degustare tutte le portate, la ‘Gramule d’aur’, la mandibola d’oro. Che viene assegnata di anno in anno a insindacabile giudizio del locale. Alla degustazione viene proposto come sempre il piatto del Buon ricordo, realizzato anche quest’anno da xxx, che è la figlia del più quotato collezionista al mondo di gadget che richiamino il maiale. Assieme a una pergamena che reca il menù e una prosa satirica d’attualità. Ecco il menù: prosciutto crudo,  salame cotto nell’aceto. orecchie fritte. Quindi: lardo fritto, ovvero le ‘cicciole’. Poi riso con la salsiccia e orzo e fagioli. Seguiti dalle ossa e piedini bolliti e dalla morbida lingua con paté di cavoli. E ancora, salsiccia, pancetta e spiedino alla griglia; cotechino, o musetto, e brovada; fegato al vino; carré al latte;  costa in umido con patate; stinco al forno, biscotti gialletti di mais. Fatti in cucina da Ezio Grop, come l’intera serie di portate. Che vini abbinare? A scelta nel vigneto Friuli Venezia Giulia. O tra i vini di casa: dal bianco Tocai Friulano, ai rossi Merlot e Cabernet, com’era tradizione in quella grande festa per le antiche famiglie rurali che era rappresentata dalla macellazione del maiale. Rito al quale seguiva immediatamente la preparazione dei prodotti della norcineria artigiana.  
                                                               Carlo Morandini

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