LA STAMPA SPECIALIZZATA ALLA RISCOPERTA DELLE ECCELLENZE COLLINARI DEL FVG

  9 Maggio, 2016

RUSSIZ SUPERIORE NEL CUORE DEL COLLIO UN GIOIELLO DAL SOGNO DI UN GRANDE INNOVATORE DELLA VITE E DEL VINO Proseguono con frequenza mensile gli educational dell’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio del Friuli Venezia Giulia (ARGA FVG). Questa volta il focus dei cronisti specializzati nelle tematiche del mondo rurale, delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente, si è spostato sulle valenze della collina morenica dell’isontino: il Collio. Un’area a elevata vocazione rurale, per le caratteristiche pedologiche, climatiche, morfologiche, nella quale si è sviluppata forse per prima la percezione della ricerca della qualità, e la consapevolezza della necessità di creare di un sistema coeso di produzione di alto pregio. Certo, i fattori che hanno concorso a eleggere il Collio, prima delle altre aree Doc del FVG, a capofila del vigneto regionale sono molteplici, ma in particolare, umani. Una rete di relazioni di eccellenza, anche se riconosciute e valorizzate solamente a posteriori, ha fatto sì che attorno ai colli dell’isontino si rafforzasse una viticoltura trainante per l’intera immagine del pianeta vino. Un traguardo, riconosciuto ancor oggi, che mantiene il Collio tra le eccellenze enologiche mondiali, e che è stato pilotato dai pionieri

dell’agricoltura di qualità, di ricerca, e innovativa. Che hanno poi sviluppato le loro idee e i loro progetti anche grazie ai figli. Che ne proseguono l’attività e il percorso di dedizione, e di vita. Tra essi, Marco Felluga, tra sette fratelli, come il fratello Livio ha scelto il Collio. Originari di Isola d’Istria, da una famiglia di importatori dei vini, le malvasie, dalle coste istriane al nord est, entrambi hanno scelto di valorizzare la viticoltura di collina. Marco ha puntato sul colle di Russiz. Dove, Russiz superiore costituisce un toponimo che indica un terreno destinato da millenni alla lavorazione. Sul colle di Russiz, ricorda il figlio, Roberto, che ora gestisce le aziende Russiz Superiore e Marco Felluga, ci sono state tracce di insediamenti del neolitico. E, ci svela non senza sorprenderci, qui, in tempi ancor più remoti non solo c’era il mare, ma addirittura una barriera corallina. Per dimostrarlo, ci porge alcuni fossili perfettamente conservati, ritrovati nelle vicinanze di quella che era la dimora dei Principi Torre e Tasso, e ora Roberto Felluga, valorizzando le scelte del padre, Marco, ha trasformato in un fantastico relais. Nel quale Roberto ha ospitato l’educational e la riunione del direttivo di ARGA FVG. L’antica salinità del sottosuolo si aggiunge alle escursioni termiche, alla dolcezza del clima mitigato dall’influenza del Golfo di Panzano, che si trova a una trentina di km. Che conferiscono ai prodotti enologici carature particolari. Roberto Felluga, in procinto di partire per una missione di promozione a Honk Hong per il più importante salone del vino d’Oriente, ci tiene a rimarcare che una delle scelte vincenti di suo padre, poi perseguite dalla sua stessa famiglia, e in particolare da Roberto, è stata quella di investire sempre nell’innovazione e nella ricerca, ma per puntare a valorizzare i vigneti e i vini esistenti e radicati sul territorio. Marco Felluga è stato per esempio uno dei più convinti paladini della difesa della denominazione Tocai. E ha interagito fin dai primi anni di attività con le eccellenze del tempo, anche, per esempio, per individuare le etichettature più efficaci per le bottiglie. Ha puntato sull’eleganza e sulla qualità dei prodotti. Ha scelto di mantenere in particolare l’attenzione dell’azienda sui vini più amati dai degustatori, di tutto il mondo. Interagendo anche con il mondo della ricerca, per trovare le soluzioni più adatte per ridurre ed eliminare gli interventi chimici nella vigna e sui terreni vitati. Realizzando, di fatto, una viticoltura biologica. Le prospettive per il vigneto regionale? Secondo Roberto Felluga sono buone, perché anche i vini di pianura sono di pregio e interessanti. E nell’insieme la produzione enologica è complementare ed esauriente. E’ importante però che si affermi la consapevolezza della necessità di saper fare sistema. Di poter promuovere il vigneto del Friuli Venezia Giulia in modo coeso e adatto a far conoscere e valorizzare tutte le peculiarità di un territorio generoso e articolato. A riprova di quanto sostenuto, Roberto Felluga, che nella visita in cantina e nella illustrazione dei prodotti vinicoli è stato coadiuvato da un giovane enologo venuto da Trento, dalla scuola di San Michele all’Adige, a studiare le eccellenze del Collio, ha fatto accompagnare la degustazione dei suoi vini con i piatti di eccellenza creati da uno chef maranese: Giorgio Dal Forno. Che da alcuni mesi gestisce anche il ristorante Alle Viole, della famiglia Felluga, a Gradisca d’Isonzo. Una proposta di frutti di mare, pesci, erbe e piante spontanee lagunari ha assecondato perfettamente il Brut con uve di Chardonnay, il Friulano, il Pinot Bianco impiegato per sfumare la mantecatura del risotto alla marinara, la Malvasia, il Cabernet Franc. Vini, per buona parte realizzati valorizzando le vecchie vigne dei terreni aziendali. Perché la gran parte del materiale viticolo che viene ‘allevato’ a Russiz Superiore e nella Marco Felluga è realizzato in casa. Con il supporto del mondo della ricerca. E per coronare l’atmosfera davvero unica del relais, arredato da sempre con gran classe, che si affaccia da un lato alla pianura friulana verso Capriva, dall’altro verso i rilievi delle prealpi Giulie, ma in particolare, alle spalle, sulla splendida valle che separa l’Italia dalla Slovenia, e che è ammantato di giorno da un’esposizione solare ridente, la notte da un tappeto di stelle, ecco il Picolit Marco Felluga. Un vino sul quale, negli anni ’80, Marco Felluga, caldeggiato e sostenuto da Isi Benini, precursore e maestro dei cronisti agricoli, aveva già scommesso con convinzione.

Carlo Morandini