COVID-19, UNO TSUNAMI SUL SETTORE AGRICOLO

  5 Aprile, 2020

di Gian Paolo Girelli (Segretario generale Unaga)

Il corona virus o Covid-19, sta intaccando anche le filiere produttive agricole, vitivinicole, florovivaistiche, ittiche e lattiero-casearie. Un pesante “contagio” non sanitario, bensì economico. Questa pandemia sta mettendo a dura prova anche questi comparti. Tra i motivi principali il crollo dell’export, che ha provocato flessioni anche del 70 per cento in alcuni settori come quello dell’export vinicolo e del 90 per cento nel florovivaistico.

Regge il settore che garantisce la filiera alimentare, ma per la produzione, soprattutto orticola, si dovranno trovare espediente per la raccolta di frutta e ortaggi che si avvalgo- no di manodopera in gran parte straniera, che con i proble- mi alle frontiere è venuta ad assottigliarsi.

Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, oltre a sottolineare la gravità del momento, chiede a viva voce di utilizzare lo strumento del voucher: “È quello che ci dà, so- prattutto quello cartaceo, la possibilità di reperire subito ma- nodopera – ha ribadito Prandini – e poi ,contestualmente, l’agricoltura ha altri settori dove la crisi è drammatica. Per esempio il settore ortofrutticolo sta tenendo e ci garantisce che il cibo ci sarà, ma è grave il settore del vino, del floro-vi- vaismo e della pesca, abbiamo chiesto alla ministra Bella- nova di darci una mano e risposte concrete.” In crollo anche la vendita di fragole che per la gran parte sono utilizzate nel- le pasticcerie, nelle gelaterie, nei bar e ristoranti. A rischio anche le colture degli asparagi.

Dal canto suo la ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, annunciando che i fruitori del reddito di cittadinanza e i cassintegrati potranno essere impiegati per la raccolta nei campi, ha garantito alle imprese un migliore accesso al credito con rate molto lunghe e dilazionate nel tempo e altre misure di sostegno: “Ho fatto un bando per acquistare 6 milioni di euro di latte fresco per non avere eccedenze – ha spiegato la ministra – e 14 milioni per comperare il formaggio pecorino; inoltre sono destinati 50 milioni di euro per gli indigenti e per un’eccedenza di produzione. Ma dobbiamo anche sopperire al forte calo dell’ex- port, in particolare per i nostri vini di alta qualità”.

Nel mese di marzo in Italia si è venduto un quarto della produzione di latte fresco in meno. I responsabili e imprenditori del settore stimano una perdita di 15 mila tonnellate al mese, una flessione superiore al 25 per cento rispetto al 2019. Il tutto anche a causa della chiusura di hotel, bar, ristoranti e pizzerie e anche del cosiddetto “effetto dispensa” dei consumatori, che hanno preferito i prodotti a lunga scadenza.

Le tonnellate perse dal latte fresco però sono state recupe- rate da quello a lunga conservazione.

A livello nazionale la filiera vitivinicola chiede invece la con- vocazione del tavolo vino perché operi come cabina di regia del settore per le iniziative urgenti di supporto. Si ritiene necessario prevedere un “Piano Strategico di sostegno all’ex- port vitivinicolo nazionale”.

Nel settore florovivaistico, che occupa circa cento mila persone, situazione pesante. Sono centinaia di migliaia i fiori buttati via ogni giorno. I grossisti non stanno lavorando anche perché non sanno a chi dare le piante. Sono vietate le cerimonie, quindi niente funerali, matrimoni, battesimi e cresime, feste e celebrazioni nelle quali da sempre è presente il fiore: ma la maggior parte andrebbe alle corone e agli addobbi da allestire nelle chiese. Gli addetti si chiedono chissà quando tutto questo ripartirà. Nel frattempo si contano i danni: il settore nel 2019 aveva registrato un aumento record dell’export del 7,6 per cento, con 884 milioni di euro e saldo positivo fra import export di 280. La Germania era il primo cliente. Ora non più. Chi produce i fiori recisi stagionali registra un danno del 100 per cento non recuperabile. I fiori stagionali i gerani le petunie le begonie segnano un mancato fatturato del 60-70 per cento. Chi fa le piante d’alto fusto arbusti da fiore registra una perdita del 30-40 per cento. La ministra Bellanova però ha fatto chiarezza su un punto confuso dando il via libera alla vendita anche al dettaglio di piante, fiori, semi, fertilizzanti su tutto il territorio nazionale, o almeno dove non prevalga una norma locale. “Portare un po’ di bellezza nelle case e sui nostri balconi – ha detto ancora la ministra – può essere un modo in più per aiutarci in questi giornate trascorse a casa.”