CONIGLI DA COMPAGNIA E CONIGLI COME ECONOMIA DEL TERRITORIO

  3 Settembre, 2015

 

CREARE UN PERCORSO NORMATIVO CHE VALORIZZI E TUTELI ENTRAMBE LE PREROGATIVE DEL GRAZIOSO MAMMIFERO LAGOMORFO

La convention sul coniglio che si è tenuta a EXPO 2015 nel padiglione della Coldiretti ha avuto il merito di rilanciare l’attenzione del mondo rurale ed economico sulla conigli-coltura. Un’attività della zootecnia nella quale, da sempre, si è distinto il nostro paese, e in particolare il nord Est, tuttora maggiore produttore, come si ricava dai dati riportati, in Italia. E’ altresì bene ricordare che l’allevamento del coniglio, detto coniglio nostrano perché allevato in casa, in cortile, a terra e con un’alimentazione sana e naturale, fa ancora parte della tradizione domestica di numerose famiglie, ma fino a prima degli anni del boom ha rappresentato una delle forme di sostentamento delle famiglie rurali italiane. E non solo di esse, in quanto veniva cresciuto anche a ridosso dei centri urbani. Prima per celia, e poi per impegno anche giornalistico ma di attenzione al settore primario troppo spesso al centro dell’attenzione di polemiche e visioni non sempre trasparenti della realtà, sono stato chiamato a far parte della Confraternita del coniglio nostrano, esistente in Friuli, che ci ha permesso di approfondire con taglio giornalistico e spesso con rigore scientifico le qualità nutrizionali, le potenzialità economiche e le doti, a tavola, del coniglio nostrano. Preparato in ristoranti stellati come in osterie e agriturismi, o dalle nonne e dalle mogli nelle case degli amici. Occorre dunque distinguere tra i conigli d’affezione e quelli da destinare all’alimentazione. Anche perché esistono varietà diverse, che sono vocate all’una o all’altra prerogativa. Proprio lungo il mio percorso verso EXPO 2015 ho avuto modo di imbattermi rientrando la sera  nell’ alloggio, in graziosissimi conigli da compagnia, di una varietà particolare. Che nessuno si sognerebbe di destinare al piatto. Ma che intrattenevano con dolcezza e simpatia grandi e piccini. Come per il gelato artigianale, che nonostante veda l’Italia tra i Paesi leader non dispone di un disciplinare, forse sarebbe opportuno definire anche per i conigli d’affezione, così come per quelli da alimentazione, una normativa specifica che ne tuteli e valorizzi le caratteristiche. Anche per accrescerne il valore da allevamento.

Carlo Morandini

Vicepresidente nazionale UNAGA

Stampa agricola e agroalimentare

Milano, 26 agosto 2015.

regione

allevamenti professionali

Fattrici

Veneto

240

214.220

Friuli Venezia Giulia

46

64.000

Piemonte

82

48.550

Lombardia

27

44.000

Emilia Romagna

35

30.700

Campania

51

19.500

Puglia

9

16.600

Marche

22

13.600

Sicilia

8

9.400

Trentino Alto Adige

7

7.100

Abruzzo

27

5.200

Basilicata

11

4.100

Toscana

4

2.600

Sardegna

3

2.300

Lazio

12

1.800

Calabria

1

 

Molise

1

 

Piuglia

2

 

Umbria

3

 

Totale Italia

591

483.670

450/500.000 conigli macellati per settimana (fonte Ismea)

Milano, 26 agosto 2016.

 

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