TERRITORIO: L’ASSOENOLOGI FVG NELLA RIVIERA FRIULANA

  29 Ottobre, 2015

I TECNICI DELLA VITE E DEL VINO ALLA SCOPERTA DELLE CARATURE DELL’AREA RIVIERASCA

LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO DESCRITTE IN UNA MONOGRAFIA REALIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE CULTURALE LA RIVIERA FRIULANA

La Riviera Friulana è stata il tema dell’approfondimento dell’Assoenologi del Friuli Venezia Giulia,

che si è riunita a Marano Lagunare (Ud). Si è trattato di uno degli appuntamenti che i tecnici della vite e del vino dedicano periodicamente alla formazione sulle carature del territorio. Caratterizzato da abitudini, pratiche, tradizioni, che hanno influenzato e caratterizzano lo scenario nel quale si sviluppa la viticoltura del Friuli Venezia Giulia. In particolare, la Riviera Friulana rappresenta il valore aggiunto sotto il profilo turistico, agroalimentare, enogastronomico. Arricchisce l’offerta turistica delle grandi realtà balneari di Lignano Sabbiadoro e Grado. Introdotto dal presidente regionale di Assoenologi, Rodolfo Rizzi, e dal consigliere nazionale, Daniele Calzavara, l’argomento è stato sviluppato da Carlo Morandini, presidente dell’Associazione culturale La Riviera Friulana, che raggruppa le eccellenze dell’area. Un club di prodotto al quale aderiscono ristoranti, osterie, agriturismi, pubblici esercizi, hotel, attività commerciali, servizi per il turismo, il sistema delle marine, dei trasporti nautici per turisti, sodalizi professionali, come l’Assoenologi FVG e l’Unione cuochi, e di cultura del territorio come la Compagnia del bisato guidata da Giorgio Dal Forno, ed enti locali come i Comuni dell’area rivierasca, tra i quali Marano Lagunare, Carlino, Palazzolo dello Stella, Fiumicello, Latisana e Lignano Sabbiadoro. Morandini ha descritto le tipicità, le attrattive, le connotazioni esclusive distribuite nell’area compresa tra i fiumi Tagliamento e Isonzo. Sulla quale punti di riferimento storico, artistico, archeologico, architettonico, sono Passariano e la Villa Manin, Palmanova, la città fortezza stellata, Aqueia, antica città romana. Mentre dal litorale, verso la laguna e il retroterra si dirama una serie di fiumi, canali, corsi d’acqua che rendono possibile visitare i territori, le ricchezze ambientali e paesaggistiche penetrando nell’habitat lagunare e planiziale. Anche, avvalendosi, come ha spiegato Adriano Zentilin, dei mezzi nautici a disposizione, come la motonave Saturno che consente a centinaia di turisti, curiosi, studiosi del territorio di raggiungere i villaggi dei casoni lungo il fiume Stella, le terre di barena retrostanti alle isole del litorale, scenari incantati, popolati da specie avifaunistiche rare e caratteristiche delle zone umide mediterranee. Un habitat nel quale, come ha specificato lo chef Giorgio Dal Forno, si ritrovano varietà vegetali che possono essere impiegate per arricchire i piatti della cucina di pesce maranese, lagunare, adriatica. Le sue ricerche in Laguna gli hanno consentito infatti di individuare piante capaci di sviluppare gusto simile a quello della senape, di esaltare la sapidità dei cibi, di valorizzare la delicatezza dei piatti di mare. Si tratta dunque di caratteristiche, ha concluso Morandini, che rendono esclusiva l’offerta turistica e culturale dell’area. Che viene illustrata in una monografia edita da La Riviera Friulana, e che assieme alla Carta del gusto mira ad anticipare alcune delle attrattive dell’area ai potenziali visitatori, ed è stata realizzata con le immagini del Foto cine club Lignano, di Antonio Boemo di Grado e dello stesso Morandini. Per fornire un esempio concreto delle potenzialità della cucina locale, Dal Forno, nel suo ristorante Ai Tre Canai, a Marano, che ha ospitato la serata, ha predisposto un menù frutto della stagionalità. L’evento precedente di Assoenologi FVG sui sapori di mare si era tenuto sull’altro versante della Riviera Friulana: alle foci dell’Isonzo, al Ristorante al Casone di Primero di Grado, dello chef Luigi Zago, che a sua volta aderisce al sodalizio rivierasco. A Marano Lagunare, Ai Tre Canai, Dal Forno ha preparato la fortaietta di laguna, gamberetti fritti, bisquit con crema alla ricotta e volpina affumicata; le tagliatelle di seppie con pomodorini, friggitelli e cipolla rossa; gli gnocchetti con ragù di fasolari e parmigiano di alghe; e il ‘bisato in speo’ l’anguilla allo spiedo. Che è il piatto tipico della festa per i maranesi, nato nei casoni lagunari, le tipiche costruzioni di paglia e canne, nelle quali i pescatori accendevano le braci per la lenta cottura dell’anguilla. Un piatto realizzato con la sola aggiunta di alloro e sale grosso, che si presenta con qualità e aromi diversi a seconda della stagione e del clima della giornata di cottura. A influire sulla bontà, comunque elevata dal piatto, come ha spiegato Dal Forno, c’è anche il periodo della pesca: quello precedente le prime grandi piogge è il più indicato dell’anno. E per finire la serata, ecco i cioccolatini al Santonego, l’assenzio che cresce nella Riviera Friulana.

Ida Donati

 

Marano Lagunare, 25 ottobre 2015.