#Territorio: In pieno inverno a tavola trova spazio la tradizione con i lessi e i bollit
27 Gennaio, 2019A Colloredo di Monte Albano Piero e Matlde Zanini dedicano un fine settimana alle carni gustose
A La Taverna quest’anno al quarantennale la cucina tradizionale trova sempre valorizzazione
L’inverno è la stagione nella quale siamo portat a consumare cibi più sostanziosi. Per contrastare il climafreddo e umido, i piatti più energetci ci attirano più degli altri. Di conseguenza, anche la cucina tradizionale,
nel tempo, ha privilegiato la preparazione di piatti ricchi e gustosi, ovviamente, utlizzando i prodotti di base
a disposizione al momento. Nel nord Italia, nel nordest, in partcolare nel Friuli Venezia Giulia, almeno una
volta alla settimana, da decenni, nelle famiglie, quando rientrava nelle possibilità, si preparavano i lessi e i
bollit. Carni di pregio, bianche o rosse, cotte secondo la consistenza delle fibre e la quanttà di grasso
presente. La differenza, sta nel fatto che le carni più morbide, come il guanciale e la paletta, vengono fatte
lessare. Quelle più grasse, come il musetto, le zampe del maiale, e altre part, anche bovine, vengono fatte
bollire per renderle più gradevoli e digeribili. Anche la cucina friulana ‘stellata’ è attenta ai sapori della
tradizione. Per esempio, a Colloredo di Monte Albano, Piero Zanini, assieme alla moglie Matlde da decenni
rinnova l’appuntamento con il menù dei lessi e bollit. Il locale ricavato nelle antche serre del Castello dei
Colloredo Mels, che quest’anno compie con gli Zanini 40 anni di attività, e che da ventuno anni ottiene il
prestgioso riconoscimento delle Stelle Michelin, per l’intero fine settimana, accanto ai piatti alla Carta
propone un menù tutto dedicato alle carni, e alle salse e condiment in abbinamento. Il saluto della cucina è
il preludio ideale: sono i morbidissimi nervetti e fagioli. Con le bollicine come aperitvo. Ed ecco arrivare
Piero Zanini con il primo carrello: gallina nostrana, lingua di vitellone, testna di vitello, guancia di manzo e
purè di patate. Ciascuna pietanza, è stata ovviamente cotta per conto suo, con le tecniche tradizionali. La
portata è accompagnata dal gustoso consommé doppio ristretto di costato di manzo e coda di bue. Ma
anche da un brioso Lambrusco ‘stellato’, dai sentori floreali. Dopo un intermezzo di radicchio croccante (‘col
poc’) e ciccioli fritti di maiale, ecco il secondo carrello, non meno emozionale: paletta di manzo, lingua
salmistrata, costcine di maiale, carré di maiale affumicato, musetto e brovada. Come la prima portata,
anche questa si sposa con le salse e i condiment che vengono lasciat sul tavolo per essere utlizzat a
piacere: tra i quali, il sale grosso, la bagnacauda, la senape in grani, il cren, la salsa al peperoncino, mele e
cren, … Il secondo carrello, è abbinato al Cabernet Sauvignon de Lis Neris. Per ‘sdrammatzzare’ questo
trionfo del gusto, ecco il sorbetto al melograno e i dolci di carnevale. Il tutto, mentre il tempo vola. E senza
che ve ne accorgiate, assecondat anche da un gradevole e lieve sottofondo di musica d’ambiente, a
seconda dell’ora di pranzo o cena, fuori dalle finestre che mantengono lo stle castellano, si sarà fatto
l’imbrunire, o notte fonda, mentre il caminetto de La Taverna avrà cessato di trasmettere il suo calore
scoppiettando. Nelle prossime settimane, Piero, che è originario di Colloredo, e Matlde, con lo chef
gardesano Ivan Bombieri, proseguiranno nelle proposte di menù invernali, passando per il tradizionale
menù dell ceneri. Mentre proseguono con successo gli appuntament speciali, rivolt a gourmet e
degustatori, ma anche ai curiosi dei sapori e del gusto. Dopo le serata dedicate al grande Chenin Blanc della
Loira, e ai vini rossi della Spagna, per il 19 marzo è in programma una degustazione alla cieca, ovvero, con le
etchette delle bottiglie camuffate per non influenzare i degustatori: Il Friulano dei friulani. Una serata, in
programma sul tavolo apparecchiato nella suggestva cantna de La Taverna, che prevede l’assaggio in tre
round di dieci tpi di Tocai di quattro zone diverse. Ma, prima, ci sarà la serata di San Valentno.
Carlo Morandini
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