L’AGRICOLTURA CONTRO LO SPESOMETRO PER LE PICCOLE AZIENDE

  2 Dicembre, 2016

RISCHIANO DI PAGARE PIU’ DI QUELLO CHE INCASSANO

Anche il mondo agricolo è

decisamente contrario al nuovo sistema di valutazione dei contribuenti che le ‘promesse’ riforme fiscali dicevano di voler introdurre. Non basta la finta abolizione di Equitalia, subito

sostituita da un altro soggetto, forse per tentare di raggirare l’Europa anticipando un’innovazione che non c’è stata e non ci sarò nel sistema fiscale italiano, o per allentare la morsa dei ricorsi degli italiani. Ma ora ci si è inventati anche lo ‘spesometro’. Ovvero un metodo di controllo della ‘borsa della spesa’ dei contribuenti: se so cosa mangi so quanto guadagni?! A ribellarsi sono anche gli agricoltori della CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori del FVG, che dicono decisamente ‘NO’ allo spesometro, che sia annuale, o trimestrale per i piccoli produttori. Da che cosa nasce la nuova protesta del mondo rurale, anche del Friuli Venezia Giulia? Come evidenzia Ennio Benedetti, direttore regionale della CIA FVG, il nuovo adempimento burocratico è esattamente l’antitesi della semplificazione fiscale che invece era stata promessa. Consiste, secondo la disposizione contenuta nel Decreto fiscale per l’anno entrante, nell’obbligo di comunicare trimestralmente le fatture di vendita e di acquisto per tutti gli agricoltori che sono titolari di partita Iva”. “Si tratta di un adempimento totalmente inutile per la lotta all’evasione fiscale”- prosegue Benedetti. “Che è palesemente persecutorio – precisa Benedetti – se si considera che gli agricoltori che hanno un volume di affari non superiore a 7 mila euro sono esonerati dalla tenuta della contabilità dell’Iva”. “Che è gravoso perché impone alle imprese ulteriori mansioni, che per una grande azienda sono sostenibili, per i piccoli produttori diviene un ostacolo ulteriore all’attività aziendale perché costituisce un ulteriore aggravio nelle mansioni burocratiche”. Ma non è solo questo il pericolo derivante dall’introduzione dello spesometro. Secondo Benedetti, rischia di allontanare ancor di più gli agricoltori, cittadini come gli altri, perché acuisce la sensazione di trovarsi di fronte a uno Stato vessatorio. Benedetti suggerisce che i piccoli produttori agricoli vengano esonerati dallo spesometro, così come avverrà per i piccoli produttori di montagna. Ma anche questo pur auspicato provvedimento non sarà sufficiente a far ripartire l’economia delle piccole imprese rurali. “Occorre – sostiene Benedetti – che siano sburocratizzati gli oneri previsti dalla pubblica amministrazione. “D’altro canto – conclude – se lo Stato ritiene di tenere sotto controllo gli agricoltori, lo può già fare semplicemente sulla base dei dati resi dai fornitori e clienti”.