Vini Top : a Valvasone vignaioli indipendenti con Borgo delle Oche

  6 Ottobre, 2024

Primo appuntamento autunnale di Arga Fvg l’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, ambiente e territorio del Friuli Venezia Giulia (ARGA FVG) alla scoperta delle realtà del territorio.
Il gruppo di giornalisti specializzati guidato da Carlo Morandini ha fatto visita all’Azienda agricola vitivinicola Borgo delle Oche, a Valvasone (Pn), che si trova nell’omonima borgata della città medioevale e rappresenta l’unico gruppo di edifici ‘extra moenia’.
Si tratta infatti dell’unica borgata che si è sviluppata al di fuori delle compatte mura di Valvasone, così chiamata perché anticamente vi venivano coltivati i chiassosi palmipedi.


Un gruppo di case suggestivo, compatto e tuttora bene conservato e mantenutosi nelle caratteristiche originarie. Il manufatto principale dell’azienda, che è di proprietà della famiglia Menini, è infatti stato edificato nel 1400, ed è stato restaurato di recente da Luisa Menini, laureata in tecnologie alimentari e viticoltrice, e dal marito, l’enologo Augusto Pittini, il quale assieme al figlio Luca cura personalmente, con la moglie, i sette ettari di vigneto dell’azienda che ha un’estensione di dieci ettari, impiantati in parte sui ciottoli delle grave e del materiale litoide trascinato dal fiume Tagliamento, in parte, come quello di Traminer aromatico, sulle argille.

Una scelta precisa dei due coniugi viticoltori per poter seguire i vigneti filare per filare, e realizzare prodotti enologici di alta qualità. Luisa, che nei pochi spazi lasciati a disposizione dall’azienda trova anche il tempo di dedicarsi alle arrampicate in alta montagna, si dedica personalmente alla potatura delle viti secondo un progetto iniziato venti anni fa votati alla valorizzazione dei vitigni selezionati perché meglio si adattano ai terreni a disposizione e consentono di realizzare vini non eccessivamente alcolici, capaci di sprigionare gli aromi distintivi delle rispettive varietà. 

Il gruppo di Arga Fvg
Augusto Nicola l’enologo

Si tratta di vigneti ‘giovani’, impiantati una dozzina di anni fa, e vigneti più vecchi, come quello di Tocai friulano che compie 32 anni ma è stato sviluppato da un clone del 1920.
I vini da vitigni autoctoni che si ricavano dalle Grave e sono prodotti a Borgo delle Oche sono anche, assieme al Traminer e al Tocai, il Merlot, il Refosco dal peduncolo rosso e la Malvasia istriana.

Dieci anni fa a Borgo delle Oche è stato aperto il Casamenini B&B, in un altro edificio del 1600 che ospita anche la sala degustazione.
Borgo delle Oche, ci tengono a precisare Luisa e Augusto, appartiene alla F.I.V.I., la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che raggruppa circa settecento produttori in tutta Italia che coltivano le loro vigne, vinificano da uve di propria produzione, imbottigliano il loro vino e poi curano personalmente la vendita sotto la propria responsabilità, con il loro nome in etichetta.

Ovvero sono quotidianamente impegnati nell’intera filiera di produzione. Inoltre sono impegnati a operare per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.
Come hanno evidenziato Luisa e Augusto, la lavorazione meccanica dei vigneti porta alla luce i sassi presenti che conferiscono al vigneto un aspetto suggestivo; produce i suoi effetti d’estate perché i sassi accumulano calore di giorno, lo cedono la sera favorendo l’oscillazione della temperatura tra giorno e notte utile per concorrere alla qualità delle uve e poi dei vini.

Ma l’asso nella manica per perseguire la qualità dei vini è il diradamento delle uve sulla vite del 50 per cento rispetto alla quantità prevista dal disciplinare DOC.
L ’origine dell’Azienda agricola Minini a Valvasone risale al 1907 e viene trasmessa nel 1987 dal padre Mario alla figlia Luisa Menini, che nel 1992 incontra Augusto ma Nicola per gli amici e, poco dopo nasce il progetto nel quale fin dalle prime battute egli intuisce grandi potenzialità.
Un primo esperimento per realizzare un ‘uvaggio bordolese’ con uve di Merlot e Cabernet Sauvignon è colto con entusiasmo anche dai degustatori e rappresenta lo stimolo che Luisa e Augusto cercavano.

Ida Donati