Economia circolare:agenda 2030 e i suoi obiettivi a cura di G.Dorigo
2 Gennaio, 2022Sembra quasi di vivere una fase ciclica, nella quale l’altalenante effetto di una pandemia forse inizialmente sottostimata ha inciso nella nostra società, e ha concentrato l’attenzione dei cittadini su un problema contingente e indifferibile, la tutela della salute.
Ma la tutela della salute passa anche attraverso l’ambiente che ci circonda e nel quale viviamo. E siamo noi a produrre un elemento che può danneggiare seriamente la salute dell’ambiente, dell’ecosistema, la nostra: sono i rifiuti.
Lo sono se continuiamo a considerarli tali. Se invece si affermerà la cultura dell’economia circolare, quella della trasformazione e del riuso, sarà possibile dare un impulso verso una nuova visione della società. Potrà sembrare una frase retorica, ma potrà condurci verso un nuovo mondo, nel quale i rifiuti siano considerati una risorsa, un motivo di sviluppo economico e un elemento capace di assicurare anche benessere, oltre che all’ambiente, anche di carattere economico perché in grado di offrire nuovi posti di lavoro. per arrivare fin qui occorre però un cambiamento cultuale.
Serve, oltre all’impegno delle istituzioni e dell’economia, perché per perseguire un disegno salutistico di questo tipo occorrono investimenti, che impegniamo tutti a comprendere questi concetti, a diffonderli nella società e a farli consolidare.
Innanzitutto occorre partire dalle abitudini quotidiane e domestiche: i rifiuti non vanno sistemati a caso in un unico raccoglitore, o peggio, abbandonati nell’ambiente.
Ma vanno distinti già nelle nostre abitazioni, affinché possano essere conferiti negli apposti cassonetti e da lì agli stabilimenti di trasformazione. Dove possono divenire nuovi materiali plastici, ferrosi, perfino fertilizzanti, ma soprattutto combustibile.
È infatti possibile produrre dai rifiuti materiali che possono essere impiegati come combustibili come i piccoli pezzi di legno che introduciamo nelle stufe a pellet, e che consentono un notevole risparmio nel riscaldamento domestico e non solo.
Ma se questo percorso più sembrare avolte a ostacoli, perché nella nostra quotidianità siamo presi da molteplici altri temi e argomenti, e impregni, occorre almeno lavorare in prospettiva.
Trasferendo questi concetti nei giovani, a partire dai più piccini, che poi, crescendo, vediamo essere molto sensibili alle tematiche dell’ambiente, forse più di noi.
Ecco che prima del ruolo della scuola a livello educativo e formativo, arriva la famiglia. E’ la famiglia che deve iniziare a trasmettere nei giovani quella sensibilità che farà di loro cittadini consapevoli e formati anche rispetto alle esigenze della comunità, quindi anche dell’ambiente.
Così, speriamo che il 2022, oltre a poterci sdoganare finalmente dai corsi e ricorsi della pandemia, segni anche l’anno di una nuova rincorsa verso questi obiettivi.