AMBIENTE/PROTEZIONE CIVILE: VITO E PANONTIN SU LAMINAZIONE ACQUE CELLINA

  13 Marzo, 2014

Ravedis, 10 mar – “Nei prossimi giorni sarà presentato alla Giunta regionale il Piano di laminazione preventivo del serbatoio della diga di Ravedis sul torrente Cellina, lo strumento che consentirà di salvaguardare dalle piene gli abitati a valle, attraverso l’utilizzo ottimale della regolazione dello scarico delle acque dal grande bacino”.

torrente Cellina-  FVGLo ha annunciato l’Assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, che oggi, assieme all’Assessore regionale alla Protezione Civile, Paolo Panontin, ha compiuto un sopralluogo sulla diga di Ravedis.

“Un’opera importante – ha detto la Vito – di un certo impatto, ma che riveste una finalità molto rilevante: quella di rallentare il deflusso verso valle delle acque di piena del torrente Cellina”.

Il Piano di laminazione è stato predisposto dalla Direzione dell’Ambiente assieme alla Protezione Civile.

E, come ha aggiunto l’Assessore Panontin, riguarda un’opera, la diga di Ravedis –“che assolve alle esigenze irrigue dei territori di pianura, e soddisfa la necessità di approvvigionamento di energia; ma è nata per mettere in sicurezza tutti i territorio della Bassa pordenonese dalle esondazioni, nel caso si verifichino abbondanti precipitazioni nell’area montana”.

“La sua entrata in funzione – ha aggiunto Panontin – ha infatti cambiato radicalmente il presidio del territorio pordenonese nei momenti di piena”.

Il sopralluogo alla diga, e alle opere idrauliche che la compongono, guidato dal presidente del Consorzio Cellina Meduna, Americo Pippo, coincide anche con l’ultimazione dei lavori inerenti il grande manufatto.

Come ha ricordato Pippo nella riunione che ha preceduto il sopralluogo, svoltasi nella sede del Consorzio, a Pordenone, il 4 marzo è stato sottoscritto il collaudo tecnico-amministrativo definitivo della diga.

Si è così completato l’iter per la realizzazione dell’opera, che era iniziato con la progettazione, risalente al 1979. Mentre l’avvio dei lavori era avvenuto nel 1986.

Come hanno ricordato i tecnici del Consorzio, e i responsabili dei lavori sulla diga, si tratta della seconda opera idraulica in ordine di importanza realizzata nel Nord Italia negli ultimi decenni.

Il volume dell’invaso che è stato così creato è di 24 milioni di metri cubi.

La superficie del lago, una volta a regime, sarà di 120 ettari, mentre la lunghezza sarà di 4 chilometri.

Alta sessanta metri, la diga è stata realizzata impiegando 300 mila metri cubi di calcestruzzo, senza l’utilizzo, come consentono le tecniche moderne, di materiali ferrosi.

Assieme alla diga, anche i versanti circostanti sono monitorati costantemente con l’ausilio delle piùmoderne tecnologie.

ARC/CM