AGRICOLTURA/ALIMENTAZIONE: COMUNICARE ADEGUATAMENTE
8 Giugno, 2016
PER FAVORIRE LA CONSAPEVOLEZZA DEI CITTADINI
L’ORIGINE DEI PRODOTTI LE TECNICHE DI PRODUZIONE, LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE, I LIMITI NEI TRATTAMENTI E I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE, DIVERSI DI PAESE IN PAESE, POSSONO PORTARE A RISULTATI DIVERSI DA QUELLI CHE CI SI ATTENDE UN SEMINARIO DI ARGA FVG DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE E LE CONTRAFFAZIONI
La salute derivata dalla sicurezza alimentare è sempre più al centro dell’interesse e dell’attenzione dei cittadini. Ciò, per la nostra società, è una fortuna. Tuttavia, il più delle volte i cittadini non sono nelle condizioni di conoscere le nozioni più importanti e le notizie più significative che riguardano l’agroalimentare, spesso interconnesse con le tematiche ambientali. Il ruolo della stampa specializzata, in questo contesto, è essenziale: deve porgere ai lettori, dunque ai consumatori, la comunicazione corretta e più adeguata per poter scegliere tra un paniere di prodotti e produzioni che giungono ormai fin sotto le nostre case, sui banchi dei supermercati e dei negozi. O, quantomeno, fornire la chiave di lettura delle dinamiche, sempre in evoluzione, dell’agroalimentare. E’ stato questo l’argomento che si è sviluppato ad Aviano, nella sede dello Ial, in occasione di un corso per giornalisti che aveva per tema ‘Sicurezza alimentare e contraffazioni’. Indetto dall’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, rappresentato dal vicepresidente, Amos D’Antoni, era organizzato dall’ARGA FVG, l’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio, assieme alla Coldiretti del FVG e di Pordenone, con la collaborazione del Circolo della stampa di Pordenone, presieduto da Piero Angelillo, e dello Ial, l’Istituto alberghiero di Aviano (Pn), dove si è tenuto l’evento. Al termine del quale gli chef istruttori e gli allievi hanno servito un pranzo con i prodotti tipici del territorio pordenonese. Coordinato, come il corso, da Antonio Buso, vicepresidente dell’ARGA FVG. Come ha rilevato in apertura Carlo Morandini, presidente di ARGA FVG e vicepresidente nazionale UNAGA, l’unione nazionale delle ARGA, l’agroalimentare è la punta di diamante dell’offerta del territorio, il biglietto da visita di eccellenza. Per questo deve essere valorizzato in quanto rappresenta l’economia del territorio. Ma oltre a ciò, va tutelato dall’intrusione di produzioni aliene, valorizzando quelle locali che danno economia e sicurezza. Compito della stampa specializzata è quello di fornire ai consumatori gli elementi chiave per potersi difendere e districare nel marasma di novità che colmano il mercato. Per favorire la salute e la qualità della vita. Per comprendere gli strumenti di controllo che la società moderna possiede, e non, per certificare la salubrità, quantomeno la provenienza dei prodotti e delle materie prime, Carlo Bolzonello, responsabile dei tecnici della prevenzione dell’Aas n.5 Friuli Occidentale, ha illustrato lo stato di avanzamento del livello e degli strumenti di controllo dei quali disponiamo in Italia e in Europa. Evidenziando che i primi strumenti di tutela, cogenti, risalgono agli anni ’30, cioè a poco dopo l’arrivo in Italia della corrente elettrica. Mentre è solo da una trentina d’anni che, discendendo dalle disposizioni comunitarie, in Italia è attivo un sistema di controllo che, sia pure in corso di perfezionamento, per esempio nel Friuli Venezia Giulia dallo scorso anno attraverso una norma quadro di semplificazione, permette di valutare il rischio alimentare. Ma deve essere costantemente adeguato a strumenti di misurazione e controllo sempre più sofisticati e minuziosi. E deve fare fronte alle nuove emergenze, determinate dall’ingresso di prodotti dei quali tuttora non è possibile stabilire la provenienza. E, perciò, dei quali non si conoscono i processi di produzione, e o lavorazione, e gli ingredienti, l’origine della materia prima impiegata. A suffragio di questa situazione, per certi versi preoccupante, la Coldiretti sostiene la necessità, condivisa, di privilegiare il consumo di prodotti locali, di filiera corta, di provenienza controllabile, e dalla salubrità altrettanto controllabile. Ci sono dunque motivi più che fondati per sostenere la tutela e la valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano, che consiste in 7.300 specie vegetali, 58 mila specie animali, 1.200 vitigni autoctoni, 1.000 varietà di mele, 140 varietà di grano duro. E difendere dal rischio di omologazione che, ha ricordato Bolzonello, nuovi accordi transoceanici possono generare. Per fare un esempio della salubrità delle produzioni alimentari europee, di recente, Maurizio Crozza ha evidenziato che in Europa sono controllate nel sistema alimentare 143 mila sostanze chimiche. Negli Stati Uniti 6. Non meno brillante rispetto alle prospettive per il futuro, il quadro fornito successivamente da Rolando Manfredini, capo area sicurezza alimentare e produttiva della Confederazione nazionale Coldiretti. Secondo l’esperto dell’organizzazione agricola, a differenza degli Stati Uniti, del resto dell’Europa, dell’Australia e della Nuova Zelanda, l’italia è stata inserita nella mappa dell’indice del rischio della sicurezza alimentare tra i Paesi a rischio medio. Perché si sta riducendo la capacità del nostro Paese di autoalimentarsi, e di realizzare i prodotti agroalimentari per il consumo interno. Per esempio, la produzione di mais negli ultimi cinque anni è calata di un quarto. La differenza viene colmata da importazioni che non possono fornire lo stesso livello di garanzia. Ciò è accaduto per cause diverse: per esempio la crisi economica e la riduzione del prezzo corrisposto alle aziende. Ma il grido d’allarme è stato lanciato. E occorre al più presto, è stato detto, restituire centralità al settore primario, e dare all’agricoltura il ruolo che le spetta per l’alimentazione. Al termine, l’assaggio delle produzioni locali, dal formaggio salato, alla caciotta di capra, alla pitina, agli asparagi verdi, ad altre leccornie. Nella scuola, lo Ial, che fu fondata dai grandi cuochi del Cipriani, di Marchesi, di altri santuari della ristorazione italiana di fama internazionale, originari del pordenonese e desiderosi di valorizzare il patrimonio professionale che la destra Tagliamento ha saputo generare. È stato calcolato, come ricordato in chiusura della giornata di approfondimento, che il territorio tra Sacile e Maniago negli ultimi decenni ha prodotto oltre trecento cuochi affermatisi nel mondo.
Ida Donati
Aviano, 7 giugno 2016.
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