AGRICOLTURA: CON ARGA FVG E L’ALLEANZA CONTADINA PER RISCOPRIRE LE CARATURE DEL CARSO TRIESTINO
16 Giugno, 2017 Franc Fabec, Dario Zidarich, Beniamino Zidarich: tre tappe emblematiche di un viaggio breve alla ricerca dell’essenza dell’innovazione e dei valori dell’area Pochi, ma grandi i prodotti, dell’arte casearia, salumiera, della viticoltura ma anche dell’eccellenzaNell’occasione il primo incontro ufficiale della neo sindaco di Aurisina con la rappresentanza degli agricoltori del Carso di lingua slovena
Un viaggio attraverso i profumi, i sapori, i paesaggi del Carso triestino. Un viaggio breve, consumato nel corso di una serata, ma denso di emozioni e di scoperte. Così hanno commentato i partecipanti all’educational dell’ARGA FVG, l’Associazione regionale della stampa agricola, agroalimentare, dell’ambiente e territorio del Friuli Venezia Giulia, dedicato alla riscoperta dello scrigno di eccellenze che il Carso, in Comune di Aurisina, propone da ormai diversi anni a un pubblico selezionato e attento.
Un evento che prosegue gli incontri di ARGA FVG con le organizzazioni agricole
Occasione dell’evento, l’incontro di ARGA FVG con l’Alleanza contadina, la Kmecka Zveza, il sodalizio degli agricoltori di lingua slovena che hanno saputo animare un’attività eroica. Di frontiera, ancorché sviluppata a ridosso del confine con la Slovenia, fino a non molti anni fa della ex Jugoslavia, ma in particolare perché praticata su terreni che fino a pochi anni fa erano ricoperti soltanto da sassi e pietrisco, oppure dalla scarna vegetazione carsica. Al di là della qualità intrinseca del percorso di studio e approfondimento, l’iniziativa, anche se per caso, ha assunto una valenza particolare per l’area. E in particolare per il Comune di Duino Aurisina.
ARGA FVG testimone del primo incontro della neo-sindaco con la rappresentanza dell’agricoltura del Carso
La prima tappa della serata, a casa Klarceva, lo splendido fabbricato rurale del ‘700 tipicamente carsico, gestita dal presidente dell’Alleanza contadina, Franc Fabec, ha rappresentato la prima uscita ufficiale del neo sindaco, Daniela Pallotta. Un incontro che si è rivelato interessante, in quanto il sindaco Daniela Pallotta è ben consapevole delle potenzialità che il territorio del comune che è stata chiamata ad amministrare può ancora esprimere. Anche a vantaggio dell’intero Friuli Venezia Giulia. In quanto si offre ai turisti preparati e curiosi delle eccellenze e del gusto. Per esempio, all’incontro con il neo sindaco erano presenti alcuni ospiti del bed & breakfast giunti appositamente da Padova. Per godersi un paio di giornate di relax tra le carature del Carso e della splendida costiera sottostante.
Primo esempio di innovazione a Ceroglie: la capacità di valorizzare tradizioni e identità locale
Fabec, ha ricordato che fino a non molti anni fa le produzioni locali erano limitate davvero. E tuttora, le varietà delle uve coltivate sono tre: la fresca e sapida Malvasia e la più minerale e delicata Vitovska, tra i bianchi, e il Terrano, a bacca rossa. Gli agricoltori del Carso hanno catturato nel tempo dalle tradizioni friulane alcune consuetudini e tecniche, anche architettoniche. Per esempio la costruzione del focolare, con il fuoco che inizialmente veniva acceso sul pavimento, mentre il fumo permeava dal tetto a cielo aperto. Così gli insaccati, sono un prodotto recente del Carso. L’arte della norcineria è stata acquisita dalla tradizione friulana. Mentre fa parte della produzione locale il prosciutto, salato per la conservazione. Da tagliare a mano a fette grosse, e gustose. Da Ceroglie, località dell’incontro con il sindaco, assieme a Fabec i cronisti agricoli si sono trasferiti sull’altipiano,
Secondo esempio a Malchina: dalla zootecnia alla produzione lattiero-casearia naturale e di pregio
a Malchina, a due passi dalla selva di Ternova, all’azienda agricola di Dario Zidarich. Dove il coltivatore e affermato casaro, assieme alla moglie e alle due figlie alleva circa duecento capi di razza frisona da latte. E produce formaggi di alta qualità, da vacche alimentate esclusivamente con il fieno e l’erba del Carso, lasciate libere al pascolo. Ed è stato il fieno il desco attorno al quale si sono riuniti gli ospiti assieme ai produttori, per assaggiare i prelibati formaggi dell’azienda. Attorno a una rotoballa di fieno tagliato da poco, che sprigionava a distanza il suo profumo fragrante e che anche al tatto ha richiamato sensazioni antiche. Ma forse ancora presenti in molti di noi. Basti ricordare che fino a pochi decenni fa i materassi delle case, sicuramente a nordest, e in Friuli, così come i cuscini, erano imbottiti di fieno o paglia. Tra i formaggi proposti dagli Zidarich, uno stagionato di oltre 20 mesi, lo Jamar, stagionato in grotta, un altro più fresco con le foglie di santoreggia. Da degustare con una briosa e fresca Vitovska. Come nel caso di Fabec, Dario ha saputo sviluppare l’antica attività familiare per realizzare i prodotti che i consumatori più esigenti richiedono e si aspettano da un territorio così particolare. Assieme alla prima tappa, ecco dunque un altro esempio di grande innovazione. Da un’area piuttosto ancorata alle tradizioni, agli usi, alla identità, è scaturita un’offerta esclusiva e di pregio, che denota un elevato livello di competitività e capacità imprenditoriale. Sorta dal nulla.
Terzo esempio a Prepot: dalle vigne antiche alla cantina icona delle terre carsiche per prodotti di pregio
Non da meno la terza tappa, dal viticoltore Beniamino Zidarich. Anche lui con la famiglia gestisce un’azienda che ha ormai raggiunto i mercati del mondo, non per la quantità, ma per la qualità dei prodotti. Anche lui ha creato un’azienda fortemente identitaria con il territorio circostante, evolvendo l’attività dei genitori e dei nonni. Sotto alle vigne originali ha scavato una cantina che mantiene costante temperatura e umidità, perché realizzata come una grotta, e scavata nella pietra e tra le terre carsiche. Che mantiene il clima ideale per la conservazione e la maturazione dei vini senza dispendio di energia. Mentre sia la cantina, che la suggestiva struttura di degustazione, che nei periodi consentiti diviene un’osmiza, il tradizionale punto vendita del Carso dei prodotti aziendali, secondo una concessione che risale ancora alla presenza austriaca a e Maria Teresa d’Austria, sono state create con i materiali ricavati dallo scavo della cantina. L’azienda di Beniamino Zidarich si trova a Prepot, e si affaccia dalla collina verso il Golfo di Trieste. Vi si accede da una delle strette stradine del Carso, tra le case del piccolo borgo, da un portone in legno che riprende l’architettura locale. Quando Beniamino l’ha aperto per accoglierci, dall’area sottostante ci ha raggiunto una folata dell’aria che dal mare sale fin lì. Poche decine di metri più avanti, c’è infatti il grande terrazzo, in parte coperto, per la degustazione: uno dei siti emblematici del Friuli Venezia Giulia.
Un paesaggio incantato sul Golfo di Trieste, da Muggia a Salvore fino a punta Tagliamento
Da lì si domina l’intero golfo di Trieste, e si intravvede Muggia, monte Grisa, il faro di Punta Salvore, il castello della Dama bianca, Monfalcone, Staranzano, Grado, e sullo sfondo della Riviera Friulana perfino Lignano. Vi si respira l’aria che dopo avere accarezzato il mare scorre sulla boscaglia del Carso. Il clima della serata era ideale per la degustazione. Supportata da sapori tipici locali: di Vitovska, Malvasia, Terrano; ma anche dell’uvaggio bianco Prulche, e del rosso Ruje. Del quale è stata testata con successo anche una magnum del 1999. Nel corso della visita alla cantina, Beniamino Zidarich ha ripercorso le tappe dello sviluppo dell’azienda e della sua attività. Le scelte che lo hanno portato a puntare verso una produzione più limitata, ma di alta qualità. E a realizzare una cantina che si sviluppa su cinque livelli, fino a oltre venti metri sotto i locali per la degustazione. Perseguendo una strategia aziendale che ha sempre privilegiato l’assoluto rispetto della tradizione, della tipicità, della identità. Anche nel suo caso, centrando perfettamente l’obiettivo. Personaggi semplici, all’apparenza, ma geniali nella loro semplicità, che hanno saputo raggiungere obiettivi inizialmente inaspettati, proprio perché hanno creduto nelle proprie capacità e nelle potenzialità dell’area.
Carlo Morandini
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