A DANIELE CALZAVARA IL 9.PREMIO ‘CARATI D’AUTORE’ PER L’ENOLOGIA
15 Dicembre, 2014
CONSEGNATO AL 4.FESTIVAL DEI SAPORI DELLA RIVIERA FRIULANA A LIGNANO
OCCORRE FARE SQUADRA NELLA VITICOLTURA E NELL’AGROALIMENTARE PER RILANCIARE IL TERRITORIO
Daniele Calzavara è intervenuto alla Tavola rotonda ‘Per una promozione integrata del territorio rivierasco’, al 4.Festival dei Sapori della Riviera Friulana, a Lignano Sabbiadoro, Terrazza Mare, insistendo sulla riflessione –“Occorre fare squadra per rilanciare il nostroterritorio e le sue vocazioni”. “Occorre – precisa – innalzare una bandiera unica: il marchio che viene dopo non è da considerare di minore rilevanza, bensì un ‘cru’, una specialità”. “Questo – prosegue – non significa togliere importanza per esempio alla Cantina di Bertiolo piuttosto che a quella di San Floriano del Collio, bensì dare rilevanza alle peculiarità del Friuli Venezia Giulia enologico, e non soltanto enologico, e dare forza all’immagine dell’intera regione, attraverso la quale esalteremo le specificità”. Anche i prodotti DOP agroalimentari, secondo Calzavara debbono essere promossi sotto un unico ‘cappello’ e assieme ai vini, purché questo cappello sia ben visibile. “Tutto questo – puntualizza Daniele Calzavara – ci aiuterà a farci conoscere di più nel mondo, e a far conoscere anche le realtà minori, perché degustatori e consumatori avranno conosciuto meglio il Friuli Venezia Giulia”. “Ma intendiamoci – puntualizza il consigliere nazionale dell’Assoenologi – non si tratta di un problema che interessa esclusivamente il vigneto Friuli, ma che è comune a diverse altre parti d’Italia”. Quale può essere considerato un vino di bandiera per la Riviera Friulana? Calzavara non ha dubbi: la Malvasia. “Perché è il vitigno rivierasco per eccellenza, e nella nostra Regione lo troviamo nei vigneti del Carso, delle DOC Friuli Aquileia, Friuli Latisana, Friuli Annia; mentre il Pinot Grigio lo possiamo considerare un vitigno che è patrimonio dell’intero Triveneto. “Il Sauvignon – spiega Calzavara – è invece diffuso anche in Austria, e perfino in Nuova Zelanda, lo Chardonnay è oramai di dominio internazionale, e viene coltivato in diverse aree del pianeta, la Ribolla è coltivata in collina, il Friulano, già Tocai, ha un suo percorso preciso. “La Malvasia – sempre per Calzavara – vitigno autoctono, tra l’altro si sposa bene con i grandi piatti di pesce che i ristoratori della Riviera Friulana sanno preparare”. “Tuttavia – conclude – sarebbe positivo e importante che entro breve diversi viticoltori puntassero ad ampliare la superficie vitata destinata alla Malvasia, per poter rispondere all’eventuale espansione della richiesta dei mercati di questo vino sincero e dal sapore mediterraneo”.
Carlo Morandini
DANIELE CALZAVARA ENOLOGO DAL 1978 E DAL 1980 ALL’OPERA NEL VIGNETO FRIULI
Daniele Calzavara si prende cura del vigneto del Friuli Venezia Giulia dal 1980. Di origini trevigiane, laureatosi in enologia all’Istituto Agrario di Conegliano, si è forma sulle viti delle Grave, dei Colli orientali e del Collio. Ottenendo così una preparazione specifica sui vini del vigneto Friuli. Dal 1988 è l’enologo della Cabert Spa, di Bertiolo, e segue i proprietari di 300 ettari di vigneti nelle Doc Friuli Grave, Friuli Colli Orientali, Friuli Latisana e Prosecco. Conosce pertanto piuttosto bene la realtà vitivinicola regionale. infatti, per dodici anni è stato vicepresidente regionale dell’Assoenologi, e ora è consigliere nazionale. Da decenni prende parte, e interviene, a convegni, degustazioni, mostre, eventi enologici e di mercato in Italia e all’estero, nazionali e internazionali.
Lignano Sabbiadoro 15 dicembre 2014.
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